Start-up in UK vs start-up in Italia: 5 consigli dalla mia esperienza a Londra

Posted on: Wed, 11/20/2019 - 10:00 By: Gaetano Bonfissuto

Cosa ho imparato sulle start-up da resident manager di CleanBnB presso l’incubatore TechItalia

Sono tornato in Italia da qualche settimana dopo tre mesi come resident manager a Londra per la start-up CleanBnB, come ti ho raccontato nell’articolo SocialSurf a Londra con le start-up di successo nostre clienti .

Fondata nel 2015, CleanBnB è diventata in pochi anni leader in Italia nella gestione degli affitti di breve durata ed è oggi considerata tra i più interessanti casi di successo nel panorama italiano con diversi investment round ed equity crowdfunding.

CleanBnB è stata tra le 120 start-up selezionate dal Global Start Up Program di MISE e ICE per le start-up italiane con iniziative ad alto tasso tecnologico. Dopo il supporto iniziale allo scale-up internazionale il programma prevedeva una seconda fase in cui l’azienda è stata ospitata per 3 mesi all’estero presso l’incubatore TechItalia Lab a Londra, per nuove opportunità di business e di formazione specialistica.

Al termine di quella che per me è stata un’esperienza molto formativa e ricca di opportunità mi fa piacere condividere in questo articolo alcuni consigli per le start-up, delle dritte che nascono dal confronto tra quanto ho vissuto a Londra e quanto succede in Italia.

Mai come in questo momento Londra è una piazza finanziaria e dell’innovazione in grande fermento, con la prospettiva Brexit sullo sfondo a movimentare ulteriormente gli scenari.

Direttamente da Londra: 5 consigli per le start-up italiane

  1. Ciò che conta è l’execution

Quello che conta davvero per le start-up è l’execution: l’attuazione della strategia aziendale per la realizzazione esecutiva dei progetti.

L’idea è importante ma da sola non basta a far funzionare la start-up: in tanti hanno idee eccellenti ma pochi riescono a far decollare le start-up.

Bisogna avere un business plan e un piano di sviluppo solido, serve un brand e una comunicazione, servono fondi e investimenti.

  1. Fai parlare i fatti

Quello che ti chiedono tutti, dagli altri startupper ai venture capitalist all’ambiente business in genere, si riassume in queste tre semplici domande:

  • Chi sei?
  • Cosa fai?
  • Che risultati mi porti?

Questo significa che devi avere le idee chiare sul tuo business, saperlo presentare in modo convincente e andare dritto al punto senza perderti in dettagli.

  1. Ecosistema start-up in UK vs Italia

È uno scontro impari e non è una novità ma i numeri sono impietosi: il mondo delle start-up in UK vale 7 miliardi di Euro e in Italia arriva a malapena agli 800 milioni di Euro. A fare questa grande differenza non sono solo il venture capital (che da noi non esiste) e un ambiente business molto attivo e vivace ma proprio il fatto che le start-up creano business: perché investono e acquistano servizi. Cosa che in Italia non succede affatto, con molte attività lasciate al “fai da te” che portano a scarsi e inefficaci risultati.

Il sistema UK vince anche sul piano della semplificazione burocratica (in 3 giorni e con 40 sterline apri la tua LTD, la nostra SRL) e di una forte digitalizzazione di processi e pagamenti.

  1. Scegliere l’incubatore giusto

La scelta di TechItalia come incubatore si è rivelata vincente: fondato da imprenditori italiani, rappresenta il mix perfetto di cultura italiana e britannica. La scelta dell’incubatore è fondamentale: oltre alla qualità della formazione specialistica, ciò che ha fatto la differenza è stato il networking di eccellenza che TechItalia ci ha offerto.

  1. Il pensiero laterale all’italiana

Da non sottovalutare infine quello che potrebbe sembrare (e magari in parte lo è) quasi un luogo comune: l’ho definito il pensiero laterale all’italiana perché non si tratta semplicemente della creatività, dell’ingegno per cui siamo conosciuti in tutto il mondo. È la nostra abilità innata, la nostra capacità di pensare fuori dagli schemi: usatela nel modo giusto al momento giusto, e potrà davvero marcare la differenza rispetto a chi ha un background culturale diverso.

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