Cosa ho imparato sulle start-up da resident manager di CleanBnB presso l’incubatore TechItalia
Sono tornato in Italia da qualche settimana dopo tre mesi come resident manager a Londra per la start-up CleanBnB, come ti ho raccontato nell’articolo SocialSurf a Londra con le start-up di successo nostre clienti .
Fondata nel 2015, CleanBnB è diventata in pochi anni leader in Italia nella gestione degli affitti di breve durata ed è oggi considerata tra i più interessanti casi di successo nel panorama italiano con diversi investment round ed equity crowdfunding.
CleanBnB è stata tra le 120 start-up selezionate dal Global Start Up Program di MISE e ICE per le start-up italiane con iniziative ad alto tasso tecnologico. Dopo il supporto iniziale allo scale-up internazionale il programma prevedeva una seconda fase in cui l’azienda è stata ospitata per 3 mesi all’estero presso l’incubatore TechItalia Lab a Londra, per nuove opportunità di business e di formazione specialistica.
Al termine di quella che per me è stata un’esperienza molto formativa e ricca di opportunità mi fa piacere condividere in questo articolo alcuni consigli per le start-up, delle dritte che nascono dal confronto tra quanto ho vissuto a Londra e quanto succede in Italia.
Mai come in questo momento Londra è una piazza finanziaria e dell’innovazione in grande fermento, con la prospettiva Brexit sullo sfondo a movimentare ulteriormente gli scenari.
Direttamente da Londra: 5 consigli per le start-up italiane
- Ciò che conta è l’execution
Quello che conta davvero per le start-up è l’execution: l’attuazione della strategia aziendale per la realizzazione esecutiva dei progetti.
L’idea è importante ma da sola non basta a far funzionare la start-up: in tanti hanno idee eccellenti ma pochi riescono a far decollare le start-up.
Bisogna avere un business plan e un piano di sviluppo solido, serve un brand e una comunicazione, servono fondi e investimenti.
- Fai parlare i fatti
Quello che ti chiedono tutti, dagli altri startupper ai venture capitalist all’ambiente business in genere, si riassume in queste tre semplici domande:
- Chi sei?
- Cosa fai?
- Che risultati mi porti?
Questo significa che devi avere le idee chiare sul tuo business, saperlo presentare in modo convincente e andare dritto al punto senza perderti in dettagli.
- Ecosistema start-up in UK vs Italia
È uno scontro impari e non è una novità ma i numeri sono impietosi: il mondo delle start-up in UK vale 7 miliardi di Euro e in Italia arriva a malapena agli 800 milioni di Euro. A fare questa grande differenza non sono solo il venture capital (che da noi non esiste) e un ambiente business molto attivo e vivace ma proprio il fatto che le start-up creano business: perché investono e acquistano servizi. Cosa che in Italia non succede affatto, con molte attività lasciate al “fai da te” che portano a scarsi e inefficaci risultati.
Il sistema UK vince anche sul piano della semplificazione burocratica (in 3 giorni e con 40 sterline apri la tua LTD, la nostra SRL) e di una forte digitalizzazione di processi e pagamenti.
- Scegliere l’incubatore giusto
La scelta di TechItalia come incubatore si è rivelata vincente: fondato da imprenditori italiani, rappresenta il mix perfetto di cultura italiana e britannica. La scelta dell’incubatore è fondamentale: oltre alla qualità della formazione specialistica, ciò che ha fatto la differenza è stato il networking di eccellenza che TechItalia ci ha offerto.
- Il pensiero laterale all’italiana
Da non sottovalutare infine quello che potrebbe sembrare (e magari in parte lo è) quasi un luogo comune: l’ho definito il pensiero laterale all’italiana perché non si tratta semplicemente della creatività, dell’ingegno per cui siamo conosciuti in tutto il mondo. È la nostra abilità innata, la nostra capacità di pensare fuori dagli schemi: usatela nel modo giusto al momento giusto, e potrà davvero marcare la differenza rispetto a chi ha un background culturale diverso.
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